BENIDOL 60 CPS
BENIDOL 60 CPS
Nutraceutici selezionati per il trattamento naturale del dolore
Benidol è un integratore funzionale a base di palmitoil-etanolamide (PEA), carnitina, bromelina, boswellia, metilsulfonilmetano (MSM) e artiglio del diavolo. È un concentrato di nutraceutici altamente selettivi sullo stimolo del dolore e sull’infiammazione. Il dolore è il risultato dell’infiammazione, un processo che il nostro organismo attua per contrastare un danno tissutale nel tentativo di ripristinare l’omeostasi corporea. I mediatori dell'infiammazione svolgono un ruolo chiave nel mantenere questo equilibrio.
Il processo infiammatorio prevede il reclutamento di cellule immunitarie nel sito del danno tissutale, con produzione di citochine e chemochine e l’attivazione di due enzimi chiamati ciclossigenasi (COX 1 e 2), con conseguente liberazione di prostaglandine, sostanze caratterizzate da una spiccata azione pro-infiammatoria. Il nostro organismo, mediante l’azione fisiologica e riparativa dell’infiammazione, riesce a ripristinare il danno, ma in condizioni patologiche queste molecole pro-infiammatorie si formano in eccesso e l’organismo non riesce più a contrastare questa situazione, manifestando il dolore cronico.
La bromelina contribuisce alla riduzione dell'infiammazione
La bromelina è un enzima proteolitico isolato dal gambo dell'ananas. È tradizionalmente utilizzata per i suoi effetti antinfiammatori in caso di artrite. Studi sperimentali dimostrano le azioni antinfiammatorie della bromelina (Hikisz et al., 2021), quali:
- La sottoregolazione della biosintesi delle prostaglandine pro-infiammatorie E2 (PGE-2) e della cicloossigenasi-2 (COX-2)
- L’inibizione del fattore di trascrizione NF-kB
- La sovraregolazione delle prostaglandine antinfiammatorie E1 (PGE-1)
- L’inibizione di citochine e chemochine pro-infiammatorie, tra cui l’IL-8, l’IL-1β e l’IL-6, in modo dose-dipendente
Ulteriori studi hanno esaminato gli effetti anti-nocicettivi e neuroprotettivi della bromelina nel dolore neuropatico. Secondo alcuni autori la bromelina ha mitigato il dolore neuropatico, potenziando l’attività dei fattori di trascrizione nucleare (NrF-1 e NrF-2), proteine regolatrici che svolgono un ruolo attivo nell’espressione di enzimi antiossidanti, inibendo lo stress neuronale (Bakare et al., 2019).
La L-Carnitina contribuisce ad alleviare l'infiammazione a livello dei nervi
La carnitina è una molecola che svolge un ruolo primario nel metabolismo energetico e possiede inoltre proprietà neuroprotettive e antiossidanti. Modelli sperimentali di dolore cronico neuropatico attribuiscono alla carnitina proprietà neurotrofiche e analgesiche, mediante meccanismi epigenetici. Nel midollo spinale, i recettori del glutammato metabotropico di tipo 2 (mGlu2R) regolano la trasmissione del dolore, agendo come “freno fisiologico”, limitando così la trasmissione degli stimoli nocicettivi.
La carnitina sembra migliorare inoltre la trascrizione del gene Grm2, che codifica per il recettore mGlu2, potenziando così il loro ruolo analgesico durante i processi infiammatori. Altri meccanismi analgesici proposti riguardano l’acetilazione del fattore di trascrizione NF-kB p65/RelA, inducendo la sovra-regolazione a lungo termine del recettore mGlu2 (Piercarlo Sarzi-Puttini et al. 2021).
Il palmitoiletanolamide (PEA) è un composto che il nostro organismo produce “su richiesta” nei tessuti, come risposta protettiva a lesioni, infiammazioni e dolore. Quando il dolore è protratto o lo stimolo infiammatorio è importante, il PEA viene rapidamente consumato, pertanto l’integrazione può essere utile per amplificare la risposta antinfiammatoria e analgesica.
L’efficacia e la sicurezza del PEA rendono questa molecola un candidato alternativo nella gestione del dolore. Il PEA è un composto “cannabi-mimetico” e un “messaggero” che riduce il dolore, esercitando azioni pleiotropiche. Il PEA non lega i classici recettori dei cannabinoidi, ma può indirettamente stimolare gli effetti degli endocannabinoidi per il suo ruolo di agonista del recettore transitorio potenziale vanilloide di tipo 1 (TRPV1), attivando indirettamente i recettori dei cannabinoidi 1 e 2.
Degno di nota è il ruolo del PEA nel contrastare l’infiammazione agendo sui mastociti, un meccanismo scoperto dalla prof.ssa Rita Levi Montalcini, che nel 1986 valse il premio Nobel, caratterizzandolo come antagonismo dell'infiammazione locale autacoide (Clayton et al., 2021).
Il Metilsulfonilmetano (MSM) contribuisce alla riduzione dell'infiammazione dei tessuti
Il metilsulfonilmetano (MSM) è un composto organosulfuro presente in natura utilizzato come rimedio complementare. Dagli anni ‘50 agli anni ‘70, il metilsulfonilmetano è stato ampiamente studiato per le sue proprietà biologiche uniche, come la capacità di entrare nelle cellule con e senza il co-trasporto di altri agenti, le sue proprietà antiossidanti, i suoi effetti antinfiammatori e la sua attività anticolinesterasica.
Studi in vitro indicano che il metilsulfonilmetano inibisce l'attività trascrizionale del fattore pro-infiammatorio NF-kB. Questa via è considerata una via di segnalazione proinfiammatoria responsabile della sovra-regolazione dei geni che codificano le citochine, le chemochine e le molecole di adesione alla matrice extracellulare. Attraverso la soppressione di NF-kB, il metilsulfonilmetano può diminuire l'espressione della cicloossigenasi-2 (COX-2), indirettamente coinvolta nell’attivazione dei mastociti. Pertanto, il metilsulfonilmetano può indirettamente avere un ruolo inibitorio nel reclutamento dei mastociti nei siti d’infiammazione (Butawan et al., 2017).
Boswellia e Artiglio del diavolo sono degli anti-dolorifici e anti-infiammatori naturali
La Boswellia serrata è una delle erbe più antiche e più apprezzate della medicina ayurvedica per trattare varie malattie infiammatorie. Diversi studi mostrano che gli acidi boswellici sono inibitori specifici della sintesi dell'enzima proinfiammatorio 5-lipossigenasi (5-LO), enzima chiave che genera leucotrieni pro-infiammatori (Siddiqui 2011). L’arpagoside, estratto dalla pianta medicinale Harpagophytum Procumbens, è nota come “artiglio del diavolo” per l’aspetto ad uncino dei suoi frutti.
L'estratto di H. procumbens esercita effetti antidolorifici ed antinfiammatori, interagendo con la biosintesi degli eicosanoidi. In uno studio in vitro ed ex vivo con sangue intero umano è stata rilevata un'inibizione della biosintesi dei cisteinil-leucotrieni e del trombossano B2, mediatori dell’infiammazione, da parte degli estratti di H. procumbens, in funzione della loro concentrazione di arpagoside (Loew et al 2001). Questo studio ha indicato una stretta relazione tra i livelli sierici di arpagoside e l’inibizione della biosintesi di leucortrieni. Questi ultimi sono mediatori lipidici i quali suscitano una pletora di risposte cellulari proinfiammatorie e immunomodulatorie e la loro eccessiva produzione è implicata nella patogenesi di molte malattie infiammatorie umane acute e croniche.
Componenti | Per 6 capsule | VNR% |
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Bromelina 2.500 GDU | 1000 mg | – |
Boswellia | 800 mg | – |
Palmitoiletanolamide | 400 mg | – |
L-Carnitina | 250 mg | – |
Metilsulfonilmetano | 800 mg | – |
Artiglio del diavolo | 400 mg | – |